Venerdì 14 ottobre alle ore 21, proiezione del film “Una famiglia perfetta”.
E’ un film del 2012 diretto e sceneggiato da Paolo Genovese e interpretato da Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Carolina Crescentini, Marco Giallini, Eugenia Costantini, Eugenio Franceschini, Ilaria Occhini e Francesca Neri.
Si tratta di un remake del film spagnolo Familia, diretto nel 1996 dal regista Fernando León de Aranoa.
Una compagnia d’attori in difficoltà economiche accetta la strana proposta del misterioso Leone: fingersi a Natale la sua famiglia. L’improvvisazione costante metterà a dura prova la pazienza del capocomico Fortunato, alle prese peraltro con la negatività di sua moglie Carmen (nella finzione pericolosamente consorte di Leone) e l’affetto mai esplicito di Sole, nella recita sua moglie ma nella realtà aspirante amante.
Ispirandosi al soggetto originale del film Familia del 1996, cambiandone la ricorrenza (lì un compleanno, qui Natale), Paolo Genovese ha firmato un’opera intelligente e per certi versi inquietante, uno di quei casi in cui la commedia all’italiana riesce a confermarsi viva e vegeta. La metafora non è nuova: tutti recitiamo un ruolo nei rapporti interpersonali, a maggior ragione a Natale, quando siamo obbligati in un certo senso alla felicità. La messa in scena tuttavia è così efficace e disturbante, specialmente nella prima metà, da spingerci a riconoscere le nostre stesse frasi in quelle che per Fortunato e i suoi simpatici disperati sono solo righe di un copione.
Il merito va imputato alla diligenza degli attori e al casting: Sergio Castellitto nei panni di Leone è folle e minaccioso, Marco Giallini (Fortunato) indispensabile nella sua inerme umanità, Claudia Gerini (Carmen) e Carolina Crescentini (Sole) molto aderenti ai loro personaggi. Una famiglia perfetta ha inoltre la forza di un ensemble affiatato che attraversa le generazioni: orgogliosa ma pragmatica la finta nonna Ilaria Occhini, confusi ma ambiziosi i ventenni interpretati da Eugenia Costantini ed Eugenio Franceschini, mentre i due bambini sono già esilarante riflesso delle nevrosi adulte.
Oltre al tema più evidente, la sceneggiatura dello stesso Genovese, Luca Miniero e Marco Alessi cerca altri spunti: il rischio di sacrificare la propria dignità per mangiare (idea tanto attuale!), il rimpianto per scelte forse sbagliate e la paura per le scelte ancora da compiere, la magia e la necessità del lavoro d’attore anche in circostanze avverse o ridicole, e persino una riflessione su talento e fortuna.