In un’epoca in cui la seconda ondata del Virus sta sconvolgendo, forse definitivamente, il Mondo così come lo conoscevamo fino a pochi mesi fa, in un’epoca in cui molto sarà rimesso in discussione e ci si domanda in che modo e quali mai saranno i futuri assetti sociali, ha senso indignarsi contro il buonismo e contro “la falsa igiene mentale del politicamente corretto”? Assolutamente sì! Sì, proprio perchè come nel passato anche nel futuro prossimo le ipocrisie, le cattive coscienze, le banalità elevate a summa ideologica potranno, se non contrastate, riproporre, come già oggi, tutta la loro negativa e nefasta influenza, vero oppio ottundente le coscienze civili della Società.

Daniele Poto, navigato giornalista ed autore di svariati libri, da sempre fortemente impegnato nella difesa del Valori Civili, ci regala con questo suo ultimo lavoro: Stroncature (riprendendo fin dal titolo stesso lo spirito con cui nel 1932 Giovanni Papini si scagliava contro i mostri allora sacri dell’establishment di fine ‘800 e di inizio ’900) un piccolo saggio, un cahier de doléances che ci apre la mente davanti alle tante ipocrisie del dominante conformismo di buona parte della ns. realtà quotidiana, e, soprattutto, quel che è più grave, proprio di quella parte di noi che si autodefinisce più progressista, illuminata, colta, riformista e socialmente aperta. Un pamphlet ricco di piccole e grandi informazioni, frutto di accurate ricerche e letture, scritto in modo fluido, con una prosa scorrevole e piacevole, ricco di analisi, a tratti approfondite, a tratti limitate a pochi ma significativi accenni che lasciano però sempre il segno ed inducono a riflettere su ciò che avviene attorno a noi nel quotidiano. Una Realtà composita piena di contraddizioni che Poto evidenzia dandocene una visione d’insieme per farci capire, per svelarci le tante falsità e complessità. Una lettura molto originale la sua, interessante ed utile per capire ciò che forse non sappiamo o che non vogliamo sapere, o, ciò che ci viene differentemente rappresentato, una lettura articolata su un itinerario fatto di tanti brevi capitoli tutti vivi ed evocativi, una sintesi al vetriolo di fatti, interpretazioni e conseguenze, una fotografia incisiva ed acuta dei “tanti vizi e delle pochissime virtù”! Ed ecco allora fra i tanti: La Pubblicità, tanto più invasiva e martellante quanto più inversamente proporzionale è la qualità del Prodotto; L’Edonismo Dominante di un Paese in cui solo un 5% legge, compra libri e biglietti per musei e mostre, mentre il restante 95% fruisce latu sensu della Cultura solo se e quando è gratuita e trendy, un Paese con un 5% di “Ottimati” ed un 95% di “Barbari” che preferiscono spendere solo per beni voluttuari ed effimeri; La “mancanza di coraggio” di un Paese Improduttivo che non ha più progettualità né individuale né collettiva, la cui economia è tornata paradossalmente al tenere “i soldi nel materasso”; Un Paese in ritardo ed in cui il Ritardo domina a danno dei pochi puntuali, in cui “i Populisti sono sempre gli altri”, in cui regna il “rito dell’apericena” che … “allude ma non conclude”, vera metafora di un’Italia paese del melodramma in cui tutto sembra muoversi ma in realtà tutto resta fermo come pure drammaticamente fermissimo è l’ascensore sociale ed in cui i Sindacalisti fanno carriera in Politica …Uno studio accurato dunque delle tante sfaccettature italiche da “stroncare”, un saggio tutt’altro che pedante, anzi, al contrario, vivace, oggettivo e reale. Una vera miniera di informazioni da valutare. Da attento osservatore Poto ci rende partecipi senza menzogne ed infingimenti della sua passione civile e della sua indignazione e ci regala un’analisi lucida e venata di amarezza di quanto avvenuto fino ad oggi attorno a noi. Una opportunità da cogliere, un piccolo libro che merita di essere letto, una rara opportunità su cui riflettere per meglio comprendere gli auspicabili nuovi assetti che dovrebbero però sottostare al desiderio ed alla necessità di cambiare radicalmente gli equilibri dei valori del nostro vivere civile. (Antonio Jacolina)

Un piccolo manuale di via quotidiana, un diario dissacrante di pensieri
controcorrente. Daniele Poto ha riassunto il meglio del proprio spirito attuale, nei
mesi costrittivi del coronavirus, scrivendo “Stroncature” (Perrone editore, collezione
L’Erudita, 184 pagina, 14 euro), un pamphlet contro il buonismo e il politicamente
corretto, contro l’ipocrisia del luogo comune e le strettoie del pensiero collettivo. Divagando nell’attualità giornalistica, attraverso circa quaranta capitoli tellurici,
l’autore dissacra grandi e piccole manie dei nostri tempi. Politica, costume, cultura
sono i territori delle scorribande anticonformiste sulle orme, in un altro secolo e in
un altro millennio dei furori di un grande polemista- Giovanni Papini- che scrisse un
libro con analogo titolo attaccando forsennatamente alcuni dei più noti intellettuali in auge nel suo tempo (da Kant a Benedetto Croce). Qui i bersagli sono
l’imborghesimento dei sindacati, l’esangue ispirazione delle sceneggiature del
cinema italiano, l’insensata moda degli applausi ai funerali, lo strano concetto di democrazia dell’America che era di Trump, l’effetto Mediaset come specchio di
corruzione della socialità. Con una meditazione amara e autocritica: “I buoni siamo
noi, i cattivi sono sempre gli altri”. Nel mirino anche la sinistra parolaia e firma-
manifesti che si è arenata nella vana ricerca del cambiamento, i fumosi “comunisti
col rolex”. Un testo liberatorio per uscire dai compromessi e andare
coraggiosamente verso un futuro reale senza menzogne e infingimenti. Con l’idea di
fondo che i libri possano avere come obiettivo ambizioso una prospettiva di
redenzione esistenziale. Del resto in un Paese in cui il 54% degli abitanti non legge
un solo volume in un anno che altre speranze si possono nutrire se non riporre
aspettative sull’universo minoritario dei lettori forti?
(Manlio Pesci)